Arte

Le più antiche costruzioni di Spelonga non vanno oltre la fine del 400. Nulla è rimasto delle abitazioni precedenti, perchè gli abituri erano fatti di pietrame accostato, di rami, paglia e di pelli di animali. Su queste strutture primitive intervennero i “muratori lombardi”, discesi dal Nord nel periodo rinascimentale dopo che la disciplina di mestiere si allentò e le rigide corporazioni lentamente si sciolsero.

A Spelonga i “lombardi” hanno lasciato pregevoli ornati, iscrizioni, date, hanno costruito in maniera meticolosa per cui i masselli di arenaria accuratamente scelti e rifiniti, messi insieme e giustapposti senza malta, somigliano ad un solido monoblocco che non conosce crepe o lesioni, a distanza di cinque secoli.

La chiesa di S. Agata

La chiesa di S. Agata è un lungo rettangolo a capriata, costruita non dopo la seconda metà del ‘400. Il portale in arenaria è più tardivo, ma conserva lo stile rinascimentale. All’interno possiamo ammirare pregevoli pitture sculture, che in gran parte provengono dalla distrutta chiesa di S. Maria in Collepiccioni.

1 – L’altare maggiore

Scolpito in legno di noce nero a fiorami e incisioni dorate, è a tre scomparti suddivisi da colonne composite poggianti su alta base e sorreggenti un frontone con timpano centrale. I due scomparti laterali contengono due tavole con pitture da ambo le facce raffiguranti quatto Santi (S. Pietro, S. Paolo, S. Sebastiano e S. Rocco) dipinti a tempera da artista marchigiano arcaizzante del sec. XVII. Lo scomparto centrale ha forma di nicchia riquadrata, sotto cui è un’iscrizione dedicatoria e la data dell’opera: 1631. Arte ascolana del sec. XVII. Nella nicchia la Vergine con il Bambino scolpiti in terracotta policroma, altezza m. 0,90. Opera di Sebastiano Aquilano (sec. XVD di impronta abruzzese. Lo scultore ripete, non senza certo calore, i tipi diffusi largamente in Abruzzo tra la fine del sec. XV e i primi del XVI. Nel pannello esistente tra il timpano è una tela raffigurante la Madonna con il Figlio, detta della Salute, che la tradizione locale riferisce al ritorno degli Spelongani dalla Battaglia di Lepanto. Tecnicamente buona, dovrebbe essere un lavoro di scuola romana, ma più tardiva.

2 – L’altare della Madonna del Rosario

E’ scolpito in legno policromo a forma di nicchia affiancata da due colonne sorreggenti un timpano. Nella base costituente predella sono raffigurati i quindici misteri del Rosario. Arte popolare del sec. XVII. La statua della Madonna è di Berardino Provenzano.

3 – L’altare di S. Antonio

Ricalca il solito schema rinascimentale. Reca una discreta tela di S. Antonio di Padova (arte del’600). Recentemente Dino Ferrari ha dipinto per i due altari laterali due tavole: S. Rita da Cascia e S. Gabriele dell’Addolorata. Passando ad esaminare i dipinti su muro, ammiriamo le opere di Panfilo e dei suoi epigoni.

4 – La Madonna di Loreto

Dipinto a fresco su muro, staccato e trasportato su telaio. La Madonna è raffigurata ritta in piedi, in posizione frontale, con veste decorata a disegni geometrici di color rossiccio, il Bambino benedicente tra le braccia, mentre ai lati due angeli in vesti bianche, sorreggono le colonnine di un tabernacolo ad arco trilobo con pinnacoli, sul fondo del quale è distesa una stoffa damascata. Sotto l’affresco si legge l’iscrizione: (C) AMPHILIUS DE SPOLETO PINXIT HOC OPUS. 1483.

5 – S. Bernardino

Dipinto a fresco su muro, staccato e trasportato su telaio. Opera di Panfilo da Spoleto. Il Santo è raffigurato in piedi, lievemente rivolto verso sinistra, con tunica grigia, su fondo damascato a stampo. Sotto di lui si legge l’iscrizione: JACOBUS MARTORELLI F.F.HOC OPUS, 1482.

6 – S. Agata e S. Leonardo

I due Santi sono raffigurati in piedi, lievemente rivolti verso destra. Il Santo sorregge un libro, la Santa con le braccia legate dietro le spalle mostra i seni feriti. Opera di Panfilo da Spoleto.

7 – Tre Figure di Sante: S. Caterina D’Alessandria, S. Chiara, S. Lucia.

Le sante sono raffigurate in piedi, di prospetto, sotto un loggiato. Opera di Panfilo da Spoleto.

8 – Figura di un Santo Sacerdote

Di artista locale della fine del secolo XV, rievocante Panfilo. Il Santo è raffigurato in piedi di prospetto, con ricca dalmatica, nell’atto di impartire l’Eucarestia.

9 – Madonna Annunziata

Di artista locale della fine del sec. XV, rievocante Panfilo. La Vergine è raffigurata di prospetto, con veste damascata, a mani conserte.

10 – S. Bernardino

Il Santo, in piedi, è rivolto verso sinistra, con orifiamma. Opera di artista locale rievocante Panfilo.

11 – Tre affreschi

Staccati e trasportati su telaio, costituenti originariamente una figurazione unica e rappresenranti:
1. “Angeli in gruppo” rivolti verso desrra, facenti corona a lato del
2. “Cristo in trono” in atto di aprire le braccia in segno di protezione.
3. Scena allegorica. Si tratta della purificazione dell’anima e del suffraggio per i defunti. Una grande croce è raffigurata al centro di una aperta campagna. Dalle braccia della croce pende un sudario, ai suoi lati S. Sebastiano e S. Agata in ginocchio; ancora più in basso, su un verde prato, è raffigurato al centro un sarcofago, donde sorge una figurina ignuda sostenuta da un’altra simile. A sinistra le medesime due figure sono rappresentate nell’atteggiamento di asciugarsi con un lenzuolo. Sotto il trono in cui è assiso Cristo si legge la data 1544. Nel dipinto si riconosce la mano di un artista popolare che fonde ricordi narrativi umbri con influssi derivati dalla maniera di Cola di Amatrice.

12 – Madonna con il Bambino e un Santo

La Madonna, ammantata, è seduta in trono, con il Bambino benedicente, vestito di bianca tunica e adorno di coralli. A destra sta in piedi, di prospetto, la figura di un Santo barbato, nell’atto di somministrare l’Eucarestia. Opera di artista locale del sec. XVI, operante sotto l’influsso di Cola dell’Amatrice.

13 – Annunziata

La Vergine è raffigurata sotto un loggiato, in ginocchio, un pò rivolta verso sinistra, nell’atto di ricevere l’annunzio. Arte popolare marchigiana del sec. XVI vicina a Cola dell’Amatrice.

14 – I quattro Evangelisti

Dipinti a fresco su muro, staccati in quattro pezzi triangolari e trasportati su telai di legno. Gli Evangelisti sono raffigurati a mezzo busto e costituivano originariamentela volta a crociera della distrutta chiesa di S. Maria in Collepiccioni, donde provengono. Artista locale del sec. XVI sotto l’influsso di Cola dell’Amatrice.

15 – Bandiera Turca

In tessuto rosso sbiadito con sovrapposto lo stemma mussulmano, misura metri 1,55X1,94. Tradizionalmente ritenuta del sec. XVI, strappata al nemico dagli Spelongani partecipanti alla Battaglia di Lepanto.

Gli affreschi originari della chiesa di S. Agata sono:

16 – Cristo Morto

In grandezza quasi naturale sulla parete destra. Bella tecnica nell’alveo crivellesco.

17 – S.Agata e S. Antonio Abate

Sulla parete destra, con l’iscrizione: HOC OPUS FECIT FIERI BATISTA (M)ARCO PICCHINI.

18 – S. Antonio Abate

Sulla parete sinistra con lo stemma della famiglia Pichini.

Autore: Dario Nanni